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La terra dei cachi, quelli maturi e quelli maturandi

Interessante mattinata a SkyTg24 mattina, protagonista l’esame di maturità. Nell’ultima mezz’ora è ospite tale Giulia Serventi Longhi – non so com’è, ma il cognome mi ricorda qualcosa… – che è una delle animatrici del sito studenti.it; in verità, dovrebbe ‘animarsi’ un po’ di più lei in prima persona, ché sembra una bimbaminchia in salamoia, parecchio in difficoltà nell’esprimersi usando la nostra lingua invece che quella del T9. Comunque, la giovine evita di poco una denuncia per apologia di reato quando, alla domanda su come mai siano arrivate al suo sito in tempo reale le foto scattate con i cellulari che riportano le domande della prova d’italiano, dichiara più o meno: “Mah, i controlli non sono poi così stretti. Poi, per stare vicini ai ragazzi, si sono creati un po’ dappertutto gruppi d’appoggio formati dai genitori e amici che raccolgono le indicazioni in arrivo dalle scuole. Tutti pronti a dare un aiutino!”, e giù un bella risata. Dice proprio così: “gruppi d’appoggio” e “aiutino”, e come dicevo la svanga anche perché il ministro dell’Istruzione ha appena lasciato il collegamento in diretta (ma forse la svangava lo stesso…) dopo aver spiegato garrula – il ministro – di come tutto sia filato via alla perfezione. Quindi, collegamento esterno con il Liceo Classico Giulio Cesare di Roma, che (chissà com’è: sarà il prestigio) rappresenta la location fissa in occasioni del genere. Mentre l’inviata parla, la telecamera svariola avanti e indietro dal portone indugiando sui ragazzi, ma non solo. Infatti, riesco a fermare l’immagine su un cartellone fantastico, dove i “già maturati” hanno impresso una serie di consigli per i maturandi; consigli scolpiti nel cartone in cambio di un’offerta in danaro che viene poi gentilmente richiesta a chiunque entra nell’istituto. Il tatze-bao (mamma, che insulto alla memoria!) riporta una serie di indicazioni grammaticali pericolose, di quelle che potrebbero ingenerare atroci dubbi nella scatola cranica dei pupetti, e per pietà ne riporto solo qualcuna. Per esempio, si invita a porre particolare attenzione al fatto che la formula italiana corretta è “qual è” e non “qual’è” (!), “un po’ ” e non “un pò” (!!), “a me piace” e non “a me mi piace” (!!!), “proprio” e non “propio” (!!!!) e via di questo passo. Del resto, stiamo parlando di un liceo classico, non della scuola d’ammissione per macachi al rango di genere umano, che diamine…

Piccola domandina, magari alla signorina del sito: ma non sarebbe meglio stabilire per legge un saldo di 500 euro – più o meno: il costo di un tablet, che senz’altro non  manca nel corredo di nessuno degli imminenti ‘licenziati’ (purtroppo non in tronco, ma in futuro non è detto – da destinare  alla scuola come giustificativo per la fine del corso di studi, obolo che possa comportare a cascata la maturità acquisita automaticamente, e la finiamo lì? Ne guadagnerebbero tutti: le casse dello Stato sempre alla ricerca di fondi, gli studenti che così non dovranno più patire stress e subire difficili esami da superare, i genitori che non si dovrebbero preoccupare per le loro creature sottoposte a test impensabili, gli insegnanti che se ne vanno in vacanza prima. E la dignità del sapere, soprattutto, che finirebbe di essere continuamente violentata. In fondo, basta coordinarsi un pò (orpo!), mettersi d’accordo e il gioco è fatto.