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Il pantheon di Artemio, fra Bepin e Homer Simpson

Ogni popolo che si possa definire tale può vantare la sua solida galleria degli eroi. Per fare degli esempi, immagino per gli Usa Lincoln, per il Sudafrica Mandela, per l’India Gandhi; se poi vogliamo esagerare con le icone anche solo leggendarie mi sovviene lo svizzero Guglielmo Tell, ci sta addirittura la francese Giovanna d’Arco, e potrei continuare a lungo. Naturalmente, non mancano nemmeno a noi peninsulari: mi vengono in mente i classici Garibaldi, Mazzini, Verdi, Cavour (ma ne cito solo alcuni, e mi fermo). Ho parlato di popolo, e allora faccio passare per un attimo il concetto anche per un marasma indistinto che non lo è, pur se qualcuno lo considera tale: la Padania. Giuro che non è uno scherzo, ma il giornale omonimo di quell’indistinto territorio ha indetto qualche tempo fa un sondaggio per stabilire quali sono i personaggi che possono a pieno titolo fare parte di un ideale pantheon leghista. Ebbene, udite!: sono arrivati al ballottaggio finale il gallico Vercingetorige (oserei azzardare: francese) e il contadino Artemio. Se il primo può dire qualcosa anche a chi non ha letto solo i fumetti di Gosinny e Uderzo celebranti Asterix da decenni (sarà senz’altro una dello poche letture degli abbonati alla Padania, pur se di molto peso culturale, e non sto scherzando per quello che immagino il livello), il secondo può creare confusione anche nei non leghisti, e allora provo a risolvere io, pur essendo parte di tutt’altra genìa (non è vero, ché son nato a Milano, ma con quelle pretese, ampollose e farlocche discendenze mi vanto di non avere nulla a che fare). Artemio, dunque, è la figura interpretata da Renato Pozzetto nel film “Il ragazzo di campagna”, pellicola comica e improbabile dedicata a un contadino “sceso in città”, salvo poi ritirarsi di nuovo dalle sue parti per sfuggire a vizi e tentazioni della metropoli tentacolare. Giova sottolineare che i due finalisti sono arrivati alla tenzone finale dopo aver “fatto fuori” personaggi del calibro di Bepin Segato (uno dei serenissimi all’assalto di San Marco: era l’ormai preistorico 1997: qui ci sta tutta la storia verde), lo spartano Leonida (che era greco) e Homer Simpson: sì, proprio il cartone animato americano che a stento avrà mai saputo dove si trova l’Alaska, figurarsi Pontida. E’ vero che non sono mancati eliminati del calibro di Williams Wallace (celebrato da ben altro film: “Braveheert”), Bobby Sands (indipendentista irlandese), Gianni Brera, Carlo Cattaneo, Fabrizio De André e Oriana Fallaci (e qui lascio decidere ad altri chi di loro si rivolterà nella tomba e chi no), ma volete mettere la portata della scelta ultima? Spesso mi capita di pensare che se macchiette in carne ossa e giornale non esistessero, noi italiani ci divertiremmo molto meno perché alle prese da tempo immemore con nani delinquenti e ballerine pitonate, ma da qualche minuto sono anche roso dal dubbio atroce: per chi potrei votare io fra quei due colossi, per sceglierne uno da porre perennemente sul piedistallo della “cultura” di un popolo che non c’è e né c’è mai stato? Per la precisione, popolastro del tutto assente da ogni memoria storica e geografica, ma invece saldo nelle barzellette. Solo però quando riescono – come stavolta – a far ridere a crepapelle e metterci di buonumore, che ne abbiam di molto bisogno, e anche il Dio Po solo lo sa quanto.