Bergoglio mi piace, naturalmente. Del resto, anche se non si è credenti, come può non piacere un Papa che si presenta alla loggia di San Pietro dopo la sua elezione augurando “Buonasera”, e alla fine “Buona cena”? Come può non suscitare tenerezza e simpatia un Papa che alla prima messa si mette sulla porta della chiesa, all’uscita, per stringere le mani ad uno ad uno a tutti i fedeli? E il sorriso dispensato a piene mani, e le carezze sulla testa di tutti i bambini incontrati nelle circumnavigazioni infinite in piazza sulla papamobile? (a proposito: non si sarà pentito di tanta disponibilità? Sembra che il numero dei bimbi da toccare sia in continuo aumento, e mica può continuare così…) E anche le frasi accorate e – se vogliamo – di puro buon senso cristiano pronunciate in ogni possibile occasione, tanto da sembrare un buon parroco invece che il rappresentante più alto della Chiesa? Sì, lo… confesso: mi piace anche se sono profondamente laico e materialista.
In ogni caso mi aspettavo ancora di cogliere il momento giusto e buono per comprendere quella che sarebbe stata la sua “politica” al di là dei gesti, cioè quando sarebbe successo qualcosa di più concreto – “materiale”, appunto. E questo è arrivato. In fondo – a parte i doverosi sommovimenti da lui scatenati e in atto nello Ior, al quale mi azzardo nel dare solo pochi mesi di vita ancora, e questa sì che sarebbe una vera rivoluzione – non abbiamo dovuto aspettare tanto: la sua visita a Lampedusa è il primo, vero segnale che quest’uomo (sì, soprattutto un uomo, che pensa agli altri esseri umani come se fossero lui) lancia a tutti. Essere con gli ultimi, “sentire” le loro sofferenze”, andare nel luogo dove sbarca la speranza dei disperati (magari un attimo prima di essere subito frustrata) rappresenta un marchio preciso di quello che vuol essere – e forse sarà – il suo regno in mezzo a noi. E con il quale occorrerà tutti confrontarci: ora siamo oltre i segni e invece al “fare”, e questo Papa sono sicuro che farà, più che qualcosa.
Ma quello che mi ha molto colpito in queste ore è un altro accadimento, invero sorprendente. Non so se siamo in molti a seguire le gesta di Magdi “Cristiano” Allam, e spero di no, che forse non ne vale la pena. Io però qualche volta lo faccio, perché mi piacciono le parabole, e non intendo quelle del Vangelo. Il signore in questione è un esempio della destra più retriva, della quale spesso si è fatto portavoce nei modi più impensabili ed insensati. Arrivato anni or sono nel nostro Paese e conquistata la presenza sulle pagine del Corriere della Sera con le sue intemerate anti-islamiche nei primi anni del millennio (prima di esserne prontamente cacciato e trovare, guarda un po’, accoglienza sul Giornale) ha cominciato a farsi conoscere dal grande pubblico. Rinnegata poi la sua fede per abbracciare la nostra anche battezzandosi e – giustappunto – aggiungendo il nome “Cristiano” al suo originale, ha quindi fondato un partitucolo – “Io amo l’Italia – grazie al quale si è fatto eleggere al Parlamento Europeo. Da lì la deriva è andata di pari passo con l’eco sempre più debole delle sue sortite, in maniera tanto inversamente proporzionale all’esordio quanto patetica. Questo, almeno fino a poche ore fa. Sì, perché Magdi Cristiano Allam ha avuto la bella idea di “censurare” il comportamento di Papa Francesco invitandolo a tenere in considerazione “Prima gli Italiani”, che poi è anche il nuovo nome del suo movimento politico, rilanciato così nei giorni scorsi. Dunque, un invito rivolto ad un argentino da un egiziano, personaggio sordido e singolare, capace di tradire – senza sprezzo del ridicolo, ma anche del surreale e della vergogna – le sue origini, oltreché ogni minimo sentimento di buonsenso in fatto di solidarietà e carità, cristiana e musulmana che di si voglia.
Certo, Magdi Cristiano Allam è semplicemente un deficiente dotato di scarsissima cultura, completamente privo di conoscenza della storia della Chiesa, e pure del tutto a digiuno di quella che dovrebbe essere anche la sua memoria storica connessa alle origini della gente che sbarca da noi e che viene da coste molto vicine a quelle che erano le sue, uomo tanto capace di cambiare radicalmente idea religiosa quanto (evidentemente) fortunato nello sbarco in occidente.
Certamente, a Papa Francesco non arriverà nemmeno la lontana eco dei sibili di Allam, ma nel tempo di questi refoli dovrà imparare a sentirne, ché ne verranno a sfiorare le sue orecchie in maniera sempre più corposa. Basterà non tenerne molto in conto e continuare a stare vicino agli ultimi: sono sicuro che a farlo sarà in buona e sempre più numerosa compagnia.