Vai al contenuto

Incontri ravvicinati dell’Xxxx tipo

L’altro ieri, pomeriggio. Mia suocera Olga sta facendo le parole incrociate e, come spesso accade, mi chiede la soluzione di qualche definizione. Stavolta, questa: “Xxxx, attore comico romano”. Ci penso un attimo, e rispondo. Lei: “Bravo, incrocia proprio bene. Però io questo non l’ho sentito mai. Che faccia ha?”. Già, ci penso su un po’, e il viso del tipo non mi viene in mente. Evito di andare a guardare in rete per vedere e provo ad arrivarci, ma niente. Vado a letto con questo mini-assillo, ma poi riesco ad addormentarmi, e ci mancherebbe. La mattina dopo la cosa mi torna a frullare in zucca mentre sono in attesa in una sala d’attesa e – visto che niente ancora – stavolta decido di andare a cercarlo si internet, con il cellulare. Non faccio in tempo a digitare nome e cognome che si apre la porta e compare proprio lui, la persona alla quale sto cercando di dare un volto, in carne e ossa. Entra, si siede, saluta e mi guarda con un sorriso tanto simpatico quanto disarmante, anche se il perché mi sembra tale lo conosco solo io. Ora, va bene il caso, va bene che studi specializzati così a Roma ce ne saranno centinaia e va bene anche che le possibilità sono infinite e però proprio una che si incroci così alla perfezione ci può stare nell’insieme dell’universo e anche in un precisissimo dato momento, ma a me la cosa ha stravolto. E mi ha ricordato quelle combinazioni magico-esoteriche che mi sono già capitate più volte nella vita, e che in qualche caso ho anche scritto in alcuni capitoli di “Troppa nebbia nel cuore”. Non faccio in tempo a realizzare se ho la faccia stranita e la bocca aperta in maniera tutt’intorno visibile, che – meno male – arriva la psicanalista a ricordarmi che è il mio turno e devo entrare nella sua stanza per la seduta. Appena dentro le racconto l’episodio, e lei, molto pratica: “Va bene, son cose che possono capitare. Dai, dimmi come va, in questo periodo?”. Pratica, appunto. Io: “Tutto sommato bene, dai. E poi, scoprire che possiamo essere tutti un po’ fuori di testa, anche quelli che sembrano al di sopra di questi problemi aiuta, eh?”. Lei: “Ecco, bravo. Prendila così che mi sembra il modo migliore. Ti assicuro che ce ne sono un sacco e anche messi peggio, ma molto peggio, di come stavi tu”. Un segnale, senz’altro, anche questo.